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NOTIZIE STORICHE DEL QUARTIERE
Originariamente villaggio agricolo (il suo nome deriva dal latino tardomedievale robur, rovere, a significare "bosco di roveri") lambito dalla via Emilia e successivamente comune indipendente raccolto attorno alla basilica dedicata alla Sacra Famiglia costruita nel XIX secolo.
ROGOREDO (in milanese, Rogored, pron. [Rugure:t]) è un quartiere residenziale della periferia di Milano, amministrativamente compreso nella zona 4, distante dai 6 ai 7 km a sud-est del centro. Esso confina coi quartieri di Nosedo a est, Morsenchio a nord e Corvetto a nord-ovest, e col comune di San Donato Milanese a sud-est; si trova a poca distanza dall'Abbazia e dal cimitero di Chiaravalle.
Verso la fine del secolo XIX, cominciano a caratterizzarsi quartieri/località come San Luigi (a ridosso dello scalo merci ferroviario), Gambalavita (da cui Gamboloita) e Rogoredo; quest'ultimo sorge nel 1895 attorno alla fabbrica Redaelli, da una zona agricola ricca di piante (Rogoredo prende il nome da robur, "rovere"), si sviluppa nel Novecento con l'arrivo di nuove industrie (Montecatini, Siae Marchetti ecc.), per entrare poi a far parte del Comune di Milano.
Rogoredo ha sempre mantenuto la configurazione di borgo autonomo e fu conglobata al Comune di Milano col Regio Decreto del 9 settembre 1923.
Originariamente il confine con la città era segnato dal Redefossi, canale scavato per scopi difensivi in epoca moderna, mentre nel 1934 sarà lo scalo ferroviario a porsi come barriera tra Milano e il quartiere.
La storia di Rogoredo è legata a quella della grande industria milanese: Redaelli, Adafrigor, Montecatini e Siae Marchetti.
Il nome Rogoredo deriva da quello di un’antica cascina del ‘600, ma è lo sviluppo industriale del 900 che caratterizza questo agglomerato all’estremo limite della città, creando i presupposti per la nascita di un raggruppamento di grandi masse di uomini che condividono il tipo di vita e le condizioni di lavoro dell’epoca.
La fabbrica principale della zona è la Redaelli, fondata nel 1819 in provincia di Lecco, e trasferita a Milano nel 1902, quando la famiglia Redaelli, in collaborazione con Giorgio Enrico Falck, acquista all’asta la Ferriera di Rogoredo.
La fabbrica si sviluppa, diventando la più importante azienda italiana nel campo della trafileria; alla crescita industriale, corrisponde naturalmente anche un aumento del numero dei residenti del quartiere.
Negli anni ’50, oltre alla Redaelli, si sviluppano nella zona anche altre realtà industriali: la Tana-Lavorazione Cera; la Maval, produttrice di cosmetici; la Geloso e la Celestri.
Arriviamo così agli anni ’70, quando, a seguito della pesante crisi della siderurgia europea, la Redaelli inizia il suo rapido declino, fino alla chiusura finale il 6 aprile 1984.
Dagli anni '20 agli '80 la vita del quartiere girò dunque attorno agli interessi delle grandi industrie, che si avvalevano della stazione, situata sulla linea ferroviaria che da Milano porta a Pavia e a Piacenza, e del suo scalo merci (il più grande della città).
L'arrivo della Tangenziale Est, qui ultimata nel 1974, tagliò in due il quartiere, dividendo il nucleo originario dalla naturale prosecuzione della via principale (via Rogoredo), dall'inizio della statale Emilia, e dall'imbocco dell'Autostrada del Sole; il piccolo agglomerato di case rimaste al di là della tangenziale prenderà il nome di San Martino, dalla piccola Chiesa presente.